TRAZIONE CERVICALE

Fonte: http://www.lanzonifisioterapia.it/

Le trazioni cervicali vengono comunemente impiegate per il trattamento delle cervicalgie e delle cervicobrachialgie di originemeccanica.

Apparecchiatura
Le trazioni cervicali vengono praticate manualmente oppure tramite apparecchiature più o meno complesse.

1) Trazione manuale

La trazione manuale viene realizzata dal fisiatra applicando una mano sulla nuca e l’altra sul mento del paziente ed esercitando unatrazione progressiva. La trazione viene mantenuta per pochi secondi. Questa tecnica viene utilizzata come test diagnostico e come guida alla prescrizione fisioterapica: l’accentuazione o la comparsa didolore durante la manovra costituisce una controindicazione all’uso delle trazioni meccaniche.

2) Trazioni meccaniche

La trazione viene praticata attraverso una mentoniera, che è azionata da congegni elettrici ed idraulici; questi congegni consentonouna precisa regolazione della forza applicata. Su tale principio sono costruite delle poltrone e dei lettini speciali.

Le trazioni cervicali possono essere effettuate anche con congegni meno complessi, costituiti da un sistema di carrucole attaccate adun braccio sporgente dalla parete. Sulle carrucole si fa scorrere una fune inestensibile, alle cui estremità sono fissate da una parte la mentoniera e dall’altra un sacchettocontenente i pesi.

Effetti biologici
La forza traente agendo secondo l’asse longitudinale del rachide provoca l’allontanamento dei corpi vertebrali, l’ampliamento dei forami di coniugazione e il rilassamento muscolare. Queste modificazioni sono prevalenti a livello del tratto inferiore del rachidecervicale e l’effetto è massimo a livello di C5-C6.

1) Allargamento dello spazio intervertebrale

Le trazioni, distraendo le strutture muscolari e legamentose, allontanano i corpi vertebrali e allargano lo spazio intervertebrale di 1-2mm.
Gli studi, effettuati da Judovich in soggetti sottoposti a trazioni cervicali progressivamente crescenti, hanno dimostrato che sono necessari pesi superiori a 9 kg. per provocare l’allontanamento dei corpi vertebrali.

2) Ampliamento dei forami di coniugazione

Le trazioni, allontanando i corpi vertebrali, determinano l’ampliamento dei forami di coniugazione.
Alcune esperienze hanno dimostrato che con trazioni cervicali di 12 kg. è possibile allargare di circa il 20% i forami di coniugazione.
L’allargamento dei forami di coniugazione è maggiore se la trazione viene realizzata con collo flesso. Crue ha difatti dimostrato che il maggior allargamento dei forami si ottiene con trazioni effettuate sul collo flesso di 20 gradi.

3) Decontrazione muscolare

Questo effetto è prevalentemente realizzato dalle trazioni intermittenti.

Tecnica di applicazione

Le trazioni cervicali vengono effettuate nel seguente modo:

1) Il capo va posizionato in lieve flessione. La mentoniera deve essere applicata in modo che la forza della trazione agisca sulla regione occipitale.

2) Il paziente deve essere completamente rilassato. Conviene effettuare applicazioni di termoterapia esogena o di massoterapia cervicale prima della trazione.

3) Le trazioni possono essere effettuate in posizione verticale od orizzontale.
Le trazioni orizzontali assicurano un maggiore allontanamento dei corpi vertebrali a parità di forza traente, perché provocano maggiore rilasciamento muscolare.
Questo tipo di trazione va effettuato con paziente in decubito supino e con angolo di trazione (cioè l’angolo formato dalla forza applicata con l’asse del rachide) di circa 45 gradi. Le trazioni verticali vanno effettuate con paziente seduto su una sedia e con angolo di trazione di circa 30 gradi in modo da avere il rachide cervicale in posizione di semiflessione.

4) Non esiste accordo unanime degli autori sui parametri di durata e di forza traente da utilizzare. Maigne, per esempio, consiglia le trazioni continue della durata di 1-2 ore con forza traente di 5-10 kg. La scuola di I. Colombo, invece, impiega le trazioni intermittenti con forza traente di 15-20 kg, alternando 3 minuti di trazione e 3minuti di pausa e ripetendo tale ciclo per 3 volte. Nel nostro servizio si effettuano trazioni continue della durata di 20 minuti e con forza traente di 5-7 kg.

5) La forza traente va aumentata gradualmente; non si deve mai applicare sin dalla prima seduta la massima trazione, perché un’intensità troppo elevata scatena una marcata contrattura riflessa dei muscoli paravertebrali ed un restringimento dei forami di coniugazione.
Per esempio, si inizia con una forza traente di 3-4 kg e si aumenta in ogni seduta successiva di 1/2-1 kg sino al massimo desiderato.

6) Si effettuano cicli di 10-15 sedute. 

Indicazioni

Le trazioni vengono utilizzate per il trattamento delle seguenti patologie:

1) Cervicalgie acute e croniche

In queste patologie la trazione permette di vincere la contrattura muscolare antalgica.

2) Cervicobrachialgie di origine meccanica

Rappresentano un’indicazione classica delle trazioni le brachialgie secondarie a compressione delle radici da parte del discointervertebrale degenerato o da becchi osteofitici.

3) Sindrome di Barré-Lieou

4) Contratture muscolari cervicali

Controindicazioni

Le trazioni sono controindicato in presenza di quelle situazioni che compromettono la resistenza e la stabilità del rachide cervicale. Rappresentano, pertanto, delle controindicazioni:

1) Osteoporosi grave

2) Neoplasie vertebrali

3) Malformazioni vertebrali e vascolari

4) Malattie reumatiche in fase attiva
(Artrite reumatoide, spondilite anchilopoietica, spondilodiscite)

5) Spondilartrosi evoluta

Sono una controindicazíone ì becchi artrosici disposti a ponte tra corpi vertebrali contigui.

6) Colpi di frusta recenti

Le trazioni sono controindicato perché è l’evento traumatico può aver provocato lacerazioni legamentose e compromesso la stabilità del rachide.

7) Insufficienza vertebro-basilare

Effetti indesiderati

Le trazioni vanno sospese se, durante il trattamento, compaiono disturbi dell’irrorazione cerebrale (lipotimie), riacutizzazioni dellasintomatologia dolorosa e segni neurologici, che testimoniano l’aggravamento della comressione radicolare.

TRAZIONE LOMBARE

Le trazioni lombari vengono comunemente Impiegate nelle sindromi da compressione radicolare e, in particolare, nel trattamento conservativo dell’ernia del disco.

 

Apparecchiatura

Le trazioni lombari vengono attuate attraverso dei tavoli speciali, aventi il piano diviso in due parti. La parte superiore (o dorsale) è fissa; ad essa viene agganciato il torace del paziente mediante un corsetto. La parte inferiore (o lombare) è mobile e su di essa viene agganciato il bacino .
L’allontanamento della parte mobile determina la trazione del rachide lombare.
Lo spostamento della parte mobile viene realizzato mediante congegni meccanici oppure attraverso congegni idraulici.
Gli apparecchi moderni sono azionati da congegni idraulici; inoltre sono dotati di comando di emergenza, attraverso il quale il paziente può intervenire nel corso del trattamento ed iniziare la fase di detrazione in qualunque momento.

Effetti biologici

La forza traente, agendo secondo l’asse longitudinale del rachide, provoca, oltre al rilasciamento muscolare, l’allontanamento dei corpi vertebrali e l’aspirazione dei frammenti di nucleo polposo.

1) Allontanamento dei corpi vertebrali

L’allontanamento dei corpi vertebrali è stato documentato da studi effettuati sia su cadaveri freschi che su soggetti viventi.

Gli studi più importanti su soggetti viventi sono stati realizzati da De Seze e Levernieux. Questi autori hanno dimostrato che una forza traente di 155 kg è in grado di allargare gli spazi intervertebrali di 1,5 mm. Inoltre hanno evidenziato che è necessaria una forza traente di 145 kg per vincere la resistenza muscolare ed una forza traente di 10 kg per vincere la resistenza dei legamenti. L’allontanamento dei corpi vertebrali è massimo tra L5-S 1 e diminuisce progressivamente negli spazi superiori.

2) Aspirazione di frammenti di nucleo polposo

Alcuni studi effettuati con mezzi di contrasto hanno dimostrato che le trazioni lombari provocano su un disco deteriorato un fenomeno di aspirazione dalla periferia verso il centro. Tale fenomeno fa sì che frammenti di nucleo erniati, ma non espulsi, possano essere aspirati verso il centro del disco e catturati dall’annulus, il quale si chiude al momento del rilasciamento.

Tecnica di applicazione

Le norme da seguire nell’esecuzione delle trazioni lombari sono 1 seguenti:

1) Le trazioni vanno effettuate in posizione orizzontale, con paziente i decubito supino sul tavolo da trazione e con le anche e le ginocchia semi flesse (posizione “semi-Fowler”).

Il paziente viene fissato alle due estremità del tavolo da trazione tramit due corsetti, uno toracico ed uno pelvico.

2) Anche per le trazioni lombari esiste disaccordo sulla durata e sul peso da utilizzare come forza traente. Alcuni autori impiegano una forza traente di pochi chilogrammi per molte ore al giorno, altri utilizzano forze di 801 00 kg per 20-30 minuti.

La maggior parte degli autori consiglia le trazioni continue. Nel nostro servizio siamo soliti effettuare trazioni continue ed impiegare una forza di trazione massima pari al 50% del peso corporeo.

3) La forza traente va aumentata gradualmente; si parte da 15-20 kg e si aumenta di 4-5 kg fino al massimo desiderato.

Anche la fase di detrazione va effettuata lentamente con progressiva riduzione della forza traente (per esempio riducendo 5 kg al minuto).

Alla fine della seduta è opportuno che il paziente resti a riposo sul tavolo di trazione per 10 minuti.

4) La durata della seduta è di 20-30 minuti. La seduta può essere ripetuta più volte durante la giornata.

5) Si effettuano cicli di 10-15 giorni di trattamento.

Indicazioni

Le trazioni lombari vengono impiegate in presenza di:

1) Lombalgie acute croniche

2) Contratture muscolari

3) Lombosciatalgie e lombocruralgi-e

Le radicolopatie da discoartrosi e da ernia discale rappresentano l’indicazione elettiva delle trazioni lombari.

La trazione viene impiegata nel trattamento dell’ernía discale perché si ipotizza che essa, allontanando le vertebre lombari, consenta al nucleo polposo di rientrare nel suo alveo.

Secondo altri autori l’effetto benefico delle trazioni in queste patologia è da attribuire all’attenuazione della contrattura muscolare e al parziale appianamento della lordosi lombare, le quali determinano l’allargamento dei forami di coniugazione e la riduzione della compressione discale .

Controindicazioni

Le controindicazioni sono quelle delle trazíonì cervicali: osteoporosi grave, neoplasie vertebrali, malformazioni vertebrali e vascolari, malattie reumatiche in fase attiva, becchi osteofitici disposti a ponte fra due corpi vertebrali.

Effetti indesiderati

Al termine della seduta di trazione può verificarsi una esacerbazione del dolore qualora la fase di detrazione sia stata effettuata troppo velocemente; in questo caso, il paziente va di nuovo posto in trazione per un breve periodo e va eseguita correttamente la fase di detrazione.

La trazione va sospesa in caso di peggioramento del quadro clinico.

TRAZIONE ZAMPALE

La trazione zampale viene generalmente utilizzata per il trattamento della coxartrosi.

Si può impiegare la stessa attrezzatura adoperata per la trazione lombare; in tal caso, la trazione viene eseguita alle caviglie attraverso delle cavigliere applicate all’altezza delle articolazioni tibio-tarsiche.

Esistono in commercio anche dispositivo più semplici, costituiti da una cavigliera a cui è fissata una fune, la quale passa su una puleggia e sostiene un sacchetto di tela. Entro il sacchetto viene posto un peso, che, sporgendo dalla parte inferiore del letto, determina una trazione in senso longitudinale.

La trazione zampale provoca l’allontanamento delle superfici articolari, decontrazione muscolare e graduale estensione dell’articolazione.

Grazie a questi effetti biologici, questa tecnica viene impiegata per il trattamento della coxartrosi.

In questa patologia si utilizza una forza traente pari al 5-10% del peso corporeo del paziente. Si effettuano sedute della durata di 30 minuti, ripetibili durante la giornata.